PARAFRASI LA MADRE UNGARETTI

PARAFRASI LA MADRE UNGARETTI

GIUSEPPE UNGARETTI LA MADRE PARAFRASI

Testo poetico Parafrasi
E il cuore quando d’un ultimo battito

avrà fatto cadere il muro d’ombra,

per condurmi, Madre, sino al Signore,

come una volta mi darai la mano.

E quando il cuore, con il suo ultimo battito, avrà fatto cadere il mistero che, come un muro separa l’uomo dal mondo soprannaturale e che impedisce all’anima, finché vive la visione di Dio, come quando ero bambino mi darai la mano, Mamma, per condurmi al Signore.
In ginocchio, decisa,

sarai una statua davanti all’Eterno,

come già ti vedevo

quando eri ancora in vita.

Fermamente determinata, risoluta a ottenere con la preghiera (in ginocchio) la grazia per me, rimarrai immobile e solenne come una statua davanti a Dio, non diversamente da come già ti vedevo quando eri ancora in vita (cioè quando si raccoglieva in preghiera).
Alzerai tremante le vecchie braccia,

come quando spirasti

dicendo: Mio Dio, eccomi.

Alzerai al cielo le braccia ormai vecchie e tremanti, come quando, in punto di morte, dicesti: “Mio Signore, eccomi” (l’ansia provata dalla madre per la salvezza del figlio è la stessa provata da lei per se stessa: immedesimazione).
E solo quando m’avrà perdonato,

ti verrà desiderio di guardarmi.

E solo quando riceverò il perdono divino, grazie alla tua intercessione, ti volterai a guardarmi (atteggiamento materno severo).
Ricorderai d’avermi atteso tanto,

e avrai negli occhi un rapido sospiro.

Ricorderai la lunga attesa che hai dovuto patire prima di rivedermi (amorosa sollecitudine verso il figlio) e i tuoi occhi comunicheranno la fine dell’ansiosa attesa e il sollievo di sapere che io sono salvo e purificato, nonché ricongiunto a te.

 

 


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Tratta da “Sentimento del tempo” del 1933, ripubblicata in 2a ed. nel 1936 e in 3a ed. nel 1942.

La lirica è composta a breve distanza dalla morte della madre (1928) ed è tutta pervasa dalla perdita ancora recente. Ungaretti immagina il momento in cui rivedrà la figura materna al cospetto del Signore.

Il 1928 è stato anche l’anno della conversione religiosa del poeta. La lirica, infatti, è pervasa da un profondo sentimento cristiano. Cristiano è tutto I’atteggiamento materno verso il Signore: dalla dedizione di sé negli ultimi istanti, al valore attribuito alla preghiera, potente mezzo d’intercessione della madre salva a favore del figlio ancora in attesa del perdono. Tuttavia negli ultimi versi la madre credente cede il posto alla madre amorosa. Certa ormai del favore divino, può finalmente gioire del termine della sua lunga attesa, mentre il suo sollievo, tanto simile a quello terreno di tante altre madri, si svela, con una sorta di pudore, nei suoi occhi rasserenati.

Il tema della guerra lascia spazio a meditazioni esistenziali di carattere più generale:

  • la percezione dello scorrere rapido del tempo (da cui il titolo);
  • lo sgomento dell’attesa della morte;
  • la solitudine dell’uomo di fronte al dolore;
  • la pietà per tutti gli uomini;
  • il recupero della fede cristiana.

La poesia di Ungaretti non è più frutto di folgorazione immediata sull’attimo, ma nasce da una riflessione meditata, dall’esigenza dell’uomo Ungaretti di cercare il senso misterioso e religioso della vita dietro il «muro d’ombra» costituito dalle effimere apparenze del mondo.

TEMA PRINCIPALE

II tempo concesso all’uomo sulla terra deve inevitabilmente finire. Un giorno, dunque, l’anima del poeta si troverà di fronte a Dio: sua madre sarà ad attenderlo e, con l’umile e irremovibile fermezza che soltanto le madri sanno avere quando si tratta di difendere i loro figli, intercederà per lui presso Dio. Soltanto quando sarà certa di avergli ottenuto il perdono divino, si volgerà a guardare il figlio tanto amato, ritornato puro e innocente come quand’era bambino.

Possiamo suddividere il componimento in 4 parti:

  1. Nella prima strofa il poeta immagina, subito dopo la propria morte, l’incontro con la madre;
  2. nella seconda strofa ne ricorda la figura austera e la profonda religiosità;
  3. nella terza la vede implorare il perdono divino per il figlio;
  4. nelle due strofe conclusive appare finalmente rasserenata e felice di rivederlo.

 

CARATTERISTICHE FORMALI

Metro: versi liberi (in prevalenza endecasillabi).

  • II ritmo poetico frammentario in cui era espresso il linguaggio essenziale de “L’allegria” viene sostituito da un andamento ben più ampio e disteso, grazie al recupero del verso tradizionale (soprattutto endecasillabo e settenario) e della punteggiatura.
  • La costruzione sintattica si fa più complessa, il significato dei versi è a volte difficile da interpretare, le analogie diventano più oscure: non a caso la raccolta fu subito identificata come modello fondamentale dell’Ermetismo.
  • Poesia intensa, di tono elevato, scorre con un ritmo fluido che sa di speranza e di preghiera. I versi limpidi, in prevalenza endecasillabi e settenari, sono scanditi da un ritmo regolare, con pause quasi costanti al termine di ogni verso, pause spesso sottolineate da segni d’interpunzione. Si avverte una musicalità pacata, che nasce dall’uso di parole prevalentemente piane, tranne alcune eccezioni (battito, eccomi) e alcune tronche, che movimentano per un attimo il ritmo.
  • II linguaggio chiaro, quasi colloquiale, (discorso diretto) sembra volutamente trasmettere il complesso sentimento filiale del poeta, fatto di amore, di rispetto e di quella confidenza che e la principale componente del rapporto madre-figlio.

messaggio ermetico

A proposito del concetto di morte, non si trova il doloroso abbandono della vita, il ritorno al buio e alla tristezza, ma, al contrario, lo schiudersi di un mondo di luce in cui gli affetti trovano pienezza e giustificazione nel comune amore di Dio. È interessante notare come I’immagine dell’oscurità non appartenga alla morte, ma alla vita, la cui conclusione consentirà la caduta del muro d’ombra che la divide dalla luce divina.


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